“Confesso di non sapere ballare, di non conoscere i movimenti giusti, di muovermi senza avere l’alfabeto dei passi.
Ma parto dall’idea che il ballo non è orfano di luogo, rito e comunità, anzi ne è parte inscindibile.
Nel mio girare per valli e paesi ho visto anziani ballare in modo così sgraziato che era impossibile non rimanere incantati e giovani donne indossare lunghe gonne colorate che non avrebbero mai immaginato di possedere.
Del ballo mi piace il momento prima, la preparazione, gli occhi attenti, la notte che apre la piazza.”