Quando la prima volta ho pensato all’idea di Balla Torino mi sono venute in mente le città invisibili di Italo Calvino.
Balla Torino, la città danzante. Un luogo dove tutti gli abitanti ballano, dove non ci sono persone sole, la gente s’incontra e si abbraccia, si fa trasportare dalla musica. Tutti sono curiosi di conoscersi, i giovani sono contenti di stare con gli anziani, gli stranieri non sono più dei diversi, nessuno si sente escluso. Quando il ballo esce dalle case, dai locali, dai teatri e scende in strada, nelle piazze o sotto i portici, la città è felice.
Balla Torino è questo in fondo, lontano dall’essere un’utopia. È un progetto che nasce dal basso. L’abbiamo costruito insieme alle scuole di ballo, ai gestori dei locali, alle tante comunità danzanti, con la partecipazione di maestri, ballerini, studiosi, artisti, appassionati.
E’ un’idea semplice: portare il ballo popolare e la danza sociale nello spazio pubblico, ma anche nei musei, nelle fabbriche, negli ospedali, negli istituti di riposo. Fare questo vuol dire attuare quell’idea di città ideale, aperta, sana, felice, che ci ha guidato dall’inizio.
In un momento come questo di forte difficoltà e smarrimento Balla Torino sul web può rappresentare un messaggio corale, un gesto di speranza per la ripresa delle attività. E’ la voce di tutti gli attori del progetto, perché il ballo non si fermi. Ma è anche un passo di avvicinamento verso il programma di danza sociale che coinvolgerà questa città, ci auguriamo, nella primavera prossima. Un avvio che ci piacerebbe potesse superare l’idea del solo evento per lanciare un programma di iniziative stabili durante tutto l’anno.
Stiamo pensando a un’invasione pacifica con i tanti professionisti, appassionati, persone comuni che vorranno vivere la città con il ballo. Ci saranno appuntamenti danzanti, feste, incontri, ma anche momenti in cui la danza è vista attraverso la lente del cinema, della letteratura, del teatro, della musica, della medicina. Lo faremo con l’aiuto di associazioni, enti, imprese.
Infine un pensiero di questi giorni: Nel film Jojo Rabbit, uscito l’anno scorso, premio Oscar per la migliore sceneggiatura, ci sono due protagonisti giovanissimi, Johannes ed Elsa. Nel giorno della liberazione, nella Germania nazista del ‘45, proprio nell’ultima sequenza, la prima cosa che fanno i due ragazzi, scendendo in strada, è mettersi a ballare. Lo è stato da noi nell’ultimo dopoguerra, come in tante altre occasioni simili, vicine e lontane.
E’ proprio vero, dopo i momenti difficili, non c’è dubbio, le città danzano.
Buon ballo a tutte e a tutti.