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Il contesto

Il ballo di coppia e quello di gruppo, e più in generale la danza sociale hanno un legame profondo con Torino e riscontrano una notevole popolarità con iniziative, scuole, locali, appuntamenti. Se pensiamo alle diverse comunità nate negli ultimi anni sotto la Mole, nei diversi generi e contesti culturali, ci accorgiamo come questo rappresenti un patrimonio straordinario da curare e potenziare.

Cos'è Balla Torino

Balla Torino è un’azione corale per diffondere la pratica del ballo come strumento privilegiato di relazione.

L’obiettivo è quello di permettere a tutte e a tutti di approcciarsi agevolmente al mondo danzante, imparare a ballare da maestri, persone esperte e appassionati, e scoprire il piacere di una relazione leale e disinteressata.

L’idea nasce dalla convinzione che una città che favorisce la danza, e ne diffonde i valori sociali e culturali, è una città più inclusiva, sana, equa, sostenibile, aperta, felice.

Perché a Torino

Torino è tra le città italiane che maggiormente in questi ultimi decenni ha investito nel sistema della cultura e del turismo, diventando un polo internazionale per la fruizione dell’arte e dello spettacolo. Alla città spetta anche il primato nella creazione di manifestazioni di successo, tra cui alcuni meeting dedicati a numerose forme di danza sociale, sempre bene accolti dal pubblico.

Obiettivi

  • Diffondere la cultura del ballo come strumento privilegiato di relazione e avvicinamento tra le generazioni, le culture e i ceti sociali
  • Promuovere l’attività danzante come strumento di benessere e di cura fisica e mentale
  • Valorizzare e promuovere il ballo popolare e la danza sociale come patrimonio culturale immateriale di una comunità

Visione

Un manifesto per Balla Torino
A cura di Luigi Ratclif*

I concetti che fanno di Balla Torino un progetto amato e condiviso, ora a causa della pandemia ne rendono difficile, non solo il suo procedere, ma anche lo stesso suo racconto.

Proprio a questo punto Balla Torino, nel pieno del dibattito sulla necessità di garantire modi e strumenti nuovi per procedere oltre, ha deciso di affrontare le difficoltà contingenti disegnando un nuovo progetto. Lo ha fatto immaginando una nuova architettura dalle prospettive più larghe, lontano dall’essere una risposta emergenziale o un programma di ripiego ma come un vero e proprio pensiero rinnovato, visionario. Inteso come un contributo di idee e azioni, un percorso verso relazioni nuove tra le persone per una comunità più coesa e aperta. Un nuovo progetto che supera il modello del solo “evento” per divenire con gradualità un programma permanente di promozione sociale e di nuove forme relazionali nelle nostre comunità. Ed è sorprendente come quelle parole chiave, proprie di Balla Torino, diventano ora necessarie, fondanti, imprescindibili, forse più attuali di un anno fa. Ed è appunto questa riflessione a tutto tondo sulla “città felice” che oggi ci suggerisce percorsi nuovi, affrontati con più slancio e convinzione. Balla Torino diviene dunque piattaforma permanente dedicata alla danza sociale ma non solo. Si sviluppa aprendosi ad azioni diffuse: flash mob, dialoghi, seminari, uso dello spazio pubblico e di luoghi inconsueti, itinerari, progetti di musica, cinema, fotografia, letteratura, medicina, lavoro, benessere, cura. Lo immaginiamo come un laboratorio aperto di promozione sociale che partendo dalla pratica danzante sia capace di interagire con altre discipline, influenzare pensieri, politiche, atteggiamenti, soluzioni. Ma soprattutto sia motore di nuove forme di convivenza e di socialità, più giuste, più profonde, più appaganti. Ci piace pensare che la strada che vogliamo imboccare è quella che oggi la maggior parte delle persone non vede l’ora di prendere. Il contatto, il dialogo, la convivialità, le relazioni, la socialità, ora negate, saranno il nostro timone. E la gente ritornerà a ballare  e a sorridersi e la città danzante, ci auguriamo, sarà ancora più felice di quella che immaginavano all’inizio del nostro progetto.

*ideatore di “Balla Torino”